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IL GUERRIERO INTERIORE – ROBERTO MARIA SASSONE

IL GUERRIERO INTERIORE

di Roberto Maria Sassone

dall’introduzione del suo nuovo libro, “Il Guerriero Interiore”, Anima Edizioni

 

Non credo alle date apocalittiche che segnino in maniera precisa e categorica la fine o l’inizio di un’epoca, ma sono convinto che il 2012 debba essere preso come simbolo di una crisi sociale ed ecologica di cui ormai vediamo segni più che visibili. Le variazioni climatiche, lo scioglimento dei ghiacciai, la desertificazione e la siccità sono grida di dolore della Terra che in quanto essere vivente in ogni modo sta chiedendo aiuto e sta manifestando apertamente il suo malessere.

Appare inoltre evidente che la soluzione non può essere soltanto politica perché la vera rivoluzione riguarda ormai la Coscienza dell’Uomo. Se l’essere umano continua a restare ancorato ad un’ignoranza evolutiva e non inizia un reale processo di trasformazione, sarà superato e potrebbe estinguersi come è accaduto ai dinosauri.

Questo è il motivo per cui ho scritto queste pagine scaturite dall’aspirazione che l’umanità possa trovare una nuova luce di consapevolezza attraverso il recupero di valori di semplicità, di naturalezza, di coraggio e di sincerità.

Naturalmente il guerriero è sia uomo sia donna e la parola uomo libero nel libro sta ad indicare l’essere umano; per la verità devo precisare che nella mia vita ho incontrato più donne guerriere che uomini, perché la donna ha una tenacia e un’aspirazione fuori del comune, quando la esprime. Ciò dipende dal fatto che è più radicata alla Terra. Infatti in India la donna incarna la Shakti, l’energia e la forza universale.

Il Guerriero è il simbolo dell’uomo che vive la vita come continua ricerca di autenticità e che non si accontenta di assistere allo scorrere degli anni sulla sua pelle in maniera passiva e rassegnata. Egli combatte una battaglia incruenta con se stesso e con le convenzioni, per giungere a toccare quel fondo di verità che sente agitarsi dentro di sé. Non vuole dare un nome a questa verità, né cercare di definirla attraverso teorizzazioni filosofiche, ma desidera incarnarla nell’esperienza quotidiana della vita.

Il Guerriero è un uomo profondamente spirituale, ma spesso non viene ritenuto tale perché non si uniforma ai canoni riconosciuti. Non ha atteggiamenti ascetici, rifiuta il concetto di peccato e di colpa, considera il corpo e la materia mezzi di trasformazione e di consapevolezza e non ricettacoli del “peccato”. Sente che la Terra è viva, la ama, la protegge e la rispetta.

Questo libro non intende esprimere verità assolute, ma semplicemente suggerisce una vita, una possibilità di ricerca e di riflessione che scaturisce dalla tenacia e dalla genialità di Wilhelm Reich e dalla meravigliosa ed incredibile avventura di due grandi esseri apparsi nel secolo scorso: Sri Aurobindo e Mère. Mi sono ispirato ai loro insegnamenti ed ho tentato trenta anni fa di seguire la loro strada con le mie possibilità. A loro va la mia gratitudine.

Il Guerriero è un archetipo universale che si trova nei miti e nelle leggende di ogni epoca e cultura. E’ l’eroe che parte alla ricerca del Tesoro e che affronta numerose prove. Il periodo storico attuale è di per sé una continua prova. Bisogna sfidare numerosi draghi perché l’umanità sta veramente attraversando una grande crisi evolutiva che non ha precedenti.

Il nostro eroe del presente combatte nelle strade, nelle metropolitane, nelle case. I suoi draghi sono il consumismo, la mercificazione di tutto, la confusione tra reale e virtuale, l’incomunicabilità, la solitudine, la perdita dei valori e l’attaccamento ai finti valori. E’ un eroe il più delle volte sconosciuto, che si misura con i suoi limiti, con i suoi attaccamenti, con i suoi bisogni. Ogni guerriero ha in comune l’aspirazione del cuore e la ricerca di verità.

Ci sono numerose strade per compiere questa ricerca. Il “mio” guerriero, lo ribadisco ancora, ha le radici nel pensiero di Wilhelm Reich, nello Yoga Integrale di Sri Aurobindo e nello Yoga delle Cellule di Mère, la sua compagna spirituale che ne ha proseguito la ricerca. Faccio questa precisazione perché ritengo importante non creare confusioni ed offrire ai lettori le possibilità di discriminare e di sapere su che terreno si stanno muovendo. Le idee non sono mai totalmente originali, ma appartengono a filoni di conoscenza che attraversano la storia.

L’idea di scrivere questo libro è nata spontaneamente 10 anni fa. Svolgo da 30 anni l’attività di psicoterapeuta reichiano a cui ho sempre affiancato ricerche sulle discipline orientali ed in particolar modo sulle tecniche di meditazione. Reich è stato uno psichiatra che ha rivoluzionato la psicoterapia, introducendo per primo la dimensione corporea che era considerata un tabù. Da lui sono derivate successivamente tutte le altre psicoterapie corporee.

L’esperienza con i pazienti mi ha portato a comprendere quanto sia fondamentale per il benessere individuale realizzare una profonda percezione della propria fisicità e come il corpo sia l’espressione stessa dell’individualità.

Il corpo ha una sua saggezza e una sua universalità. Il corpo è energia vibrante che si estende molto oltre la superficie della pelle. Nelle sue cellule è celato il segreto dell’evoluzione. Sri Aurobindo dice che l’uomo è un essere di transizione che sta ancora divenendo. Reich dive che l’uomo è un nucleo di energia cosmica. Mère, nella sua Agenda, l’incredibile diario delle sue esperienze, afferma che c’è una coscienza nascosta nelle cellule.

Molto frequentemente ho osservato un inequivocabile risveglio di aspirazioni “spirituali” nei pazienti che intraprendono una psicoterapia che tenda al recupero del contatto profondo con il proprio corpo. Ciò deriva dal fatto che c’è un legame strettissimo tra l’energia vitale dell’essere umano e quella della natura e del cosmo. C’è una spiritualità nel corpo, una saggezza da riscoprire.

Osservando tutto ciò, il passo successivo per incrementare questa ricerca interiore attraverso il corpo mi ha condotto al pensiero di Sri Aurobindo e di Mère. La tendenza della religione e di alcuni movimenti spirituali è invece di separare materia e spirito, quasi fossero opposti inconciliabili. Considerare la materia ed il corpo come regno del “demonio” e del “peccato” è un’operazione dannosissima e schizofrenica. Il vero pericolo risiede in un atteggiamento distorto nei confronti di queste realtà.

L’energia vitale paralizzata e soffocata negli esseri umani si trasforma in distruttività e violenza. Il vuoto interiore nasce dalla mancanza di contatto con le emozioni e dalla rigidità del vivente. Nel vuoto di un essere umano può crescere di tutto! Il cuore diventa di ghiaccio, muoiono le aspirazioni. I valori non sono astrazioni, ma esperienze vissute ed incarnate. Se muore il sentire, muoiono i valori. Come si possono sentire i valori della vita, senza la percezione della vita? L’uomo è unità. Gli antichi lo sapevano millenni fa, prima dell’avvento della psicologia e della psicosomatica.

Sri Aurobindo ha ridato dignità al corpo ed alla materia ed ha indicato una spiritualità incarnata. Egli propone un modello di uomo che realizzi integralmente sulla terra il suo progetto di evoluzione interiore. Sri Aurobindo dice infatti che “il soprannaturale è solo un naturale che non abbiamo ancora raggiunto”. E Mère aggiunge: “Sembra che sia davvero possibile capire solo quando si capisce col corpo”.

Dalla fucina di questi pensieri e dall’esperienza con i pazienti è nata a poco a poco in me una sintesi ed una metodologia che coniuga una psicoterapia analitica e corporea, legata a Reich, con un percorso meditativo legato allo yoga integrale di Aurobindo. I tempi sono maturi per una Psicologia Integrale ed Olistica che abbia un modello a vasto raggio sull’uomo, includendo anche le conoscenze orientali su di esso.

Questo modello viene abbozzato nell’immagine del Guerriero e prende forma, pagina dopo pagina, negli aforismi. Posso dire in tutta franchezza che il Guerriero non è un libro ragionato, ma è scaturito con forza e spontaneità. E’ come se questo archetipo avesse una propria energia che mi ha spinto a scrivere.

Il Guerriero è quindi una metafora che incarna un particolare atteggiamento verso la vita che amerei definire “sacrale” e che sempre di più emerge nel nuovo millennio. Evidentemente si fa più forte in alcuni esseri umani una tendenza al recupero di significati profondi e di valori naturali. Infatti questo archetipo si sta diffondendo nell’immaginario collettivo.

Esistono due tendenze opposte legate al concetto di spiritualità. Una spiritualità intransigente, ancora legata al sacrificio, all’espiazione ed alla rinuncia, in cui sembra quasi che la gioia della vita sia una colpa, ed una spiritualità superficiale ed annacquata proposta da alcune correnti del movimento New Age, in cui sembra che l’uomo con facilità possa sviluppare qualità e poteri mistici con semplici atteggiamenti di pensiero e con tecniche rudimentali.

La mia visione del Guerriero non riconosce queste due tendenze. Ritengo che una ricerca interiore abbia bisogno di impegno, disciplina e costanza, ma che non debba esaltare la retorica della sofferenza come mezzo di elevazione. La vita procura dolore, anche senza andarselo a cercare. Ma altrettanto reale è la gioia che spesso dipende da un atteggiamento positivo e dalla capacità di cogliere la bellezza anche nelle manifestazioni più semplici di ciò che è alla nostra portata.

E’ d’altra parte pericoloso l’atteggiamento con cui certa spiritualità New Age promette felicità e benessere con estrema facilità, come se bastasse soltanto il pensiero positivo per ottenere qualsiasi risultato. Questa filosofia di vita può portare alla deresponsabilizzazione e ad un cieco affidarsi ad esseri e forze non meglio precisati. La fede disgiunta dal senso di responsabilità conduce al fanatismo, ad un misticismo superficiale e alla dipendenza.

La crescita del bisogno di spiritualità è di per sé un’istanza positiva, che deve essere ben adoperata, affinché non incoraggi meccanismi di fuga dal mondo. Con tale intento ho scritto queste pagine e spero che questa visione del Guerriero aiuti a considerare la vita una grande occasione.

Nello stile del libro ho intenzionalmente deciso di adoperare una modalità di scrittura tipica dei testi orientali, in cui ci sono ripetizioni volute di parole e concetti con diverse angolazioni e sfumature, per fissarli meglio nella memoria del lettore ed agevolarne la comprensione. Ogni singola pagina può essere letta indipendentemente dalle altre e non è necessario seguire la sequenza del libro.

Affido queste pagine che amo a voi lettori, con il desiderio che possano essere fonte di piccole intuizioni luminose.

 

Roberto Maria Sassone – psicologo, psicoterapeuta e analista reichiano