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“(…) nella prima parte del XX secolo. Quando i pionieri della fisica quantistica hanno scrutato proprio nel nucleo della materia, sono rimasti sbalorditi per quello che hanno visto. I più minuscoli pezzettini di materia non sono neanche materia, come noi la conosciamo, e neanche un insieme di qualcosa, ma a volte una cosa, altre volte qualcosa di molto diverso. E cosa ancora più strana, sono spesso molte cose possibili tutte nello stesso istante. Il fatto ancora più significativo è che queste particelle subatomiche non hanno nessun significato in isolamento, ma soltanto se sono in relazione con tutto il resto. Al suo livello più elementare la materia non può essere sminuzzata in unità autonome, ma è completamente indivisibile. Si può capire l’universo soltanto considerandolo come una ragnatela dinamica di interconnessi. Una volta che le cose entrano in contatto, rimangono per sempre in contatto attraverso lo spazio e tutto il tempo. Anzi, proprio lo spazio e il tempo sembrano essere costrutti arbitrari, non più applicabili a questo livello del mondo. Il tempo e lo spazio, per come noi li conosciamo, in effetti non esistono. Tutto ciò che appare davanti agli occhi è un lungo panorama di presente.” Lynne McTaggart, “Il campo del punto zero”
“La materia non è più la realtà fondamentale, com’era invece per il materialismo vecchio stile. Ora i campi e l’energia sono più fondamentali della materia. Le particelle fondamentali della materia sono divenute vibrazioni di energia all’interno di campi.” Rupert Sheldrake, “La mente estesa”
Più adottiamo una visione olistica della Vita, più l’immagine all’interno della quale ci muoviamo diventa ampia.
Continuiamo ad osservare i dettagli e a comprenderli nella loro peculiarità, ma al tempo stesso notiamo le interconnessioni con gli altri dettagli, fino ad avere una grande immagine in cui tutto è interconnesso, niente è separato dal resto.
Dalla più piccola cellula del nostro organismo, dal nostro organismo inserito in un ambiente, dal più piccolo pianeta nella sua galassia, fino all’universo tutto, osserviamo lo stesso principio di base: tanti dettagli inseriti in un contesto via via più grande. Non più un approccio meccanico, in cui una singola parte è scollegabile dal contesto, ma un approccio sistemico e dinamico, per quanto la meccanica possa restare una possibilità per comprendere alcuni aspetti.
La frammentazione risulta perciò essere un’illusione. La realtà risulta essere l’interrelazione.
E’ con questa consapevolezza che guardiamo all’essere umano nell’approccio C.S.
Questo approccio ci porta a considerare la Vita come a un principio organizzatore operante nell’Universo, che si esprime in innumerevoli forme e sfaccettature.
Possiamo così apprezzare come la Vita si esprime in ogni singolo essere umano, con le sue peculiarità che rendono ogni vita unica.
“E’ nell’abilità di stare quieti ed ascoltare che la verità del sistema umano dispiega i suoi misteri. Mentre ascoltiamo, un’umiltà vera emerge mentre incontriamo l’imponente e grandiosa Intelligenza all’interno del sistema umano.” Franklin Sills
Il cuore del lavoro Cranioscrale riguarda l’ASCOLTO.
L’ascolto richiede quiete e umiltà.
Richiede di imparare ad ascoltare noi stessi, prima di poter veramente ascoltare l’altro.
Per poter ascoltare la sofferenza e la forza dell’altro, devo imparare ad ascoltare la sofferenza che è dentro di me, assieme alla forza che è dentro di me. Questo mi richiede di entrare in contatto con la mia condizione umana, che condivido con tutti gli altri esseri umani. Mi richiede di esplorare “Chi sono io?” per poter guardare l’altro con consapevolezza.
Il Craniosacrale è così prima di tutto meditazione nell’incontro con me stesso e con l’altro. Uno spazio di meditazione in cui si impara a lasciar andare il giudizio, il bisogno di cercare cosa c’è con va, per aprirci al mistero e alla bellezza della forza che scaturisce dallo stare alla presenza delle cose così come sono, imparando ad aver fiducia nella capacità intrinseca dell’organismo di auto-regolarsi.
Il Craniosacrale si presenta come un’arte con la quale entriamo in contatto con le forze fondamentali alla base del benessere di ogni individuo, basata su un tocco gentile e compassionevole.
Dalla presenza e dalla testimonianza, il sistema si apre a nuove possibilità. Ciò che era trattenuto trova spazio per aprirsi, per rivelarsi.
“In un pomeriggio di fine estate, seduto in riva all’oceano, osservavo il moto delle onde e sentivo il ritmo del mio respiro, quando all’improvviso ebbi la consapevolezza che tutto intorno a me prendeva parte a una gigantesca danza cosmica. Essendo un fisico, sapevo che la sabbia, le roccie, l’acqua e l’aria che mi cirondavano erano composte da molecole e da atomi in vibrazione, e che questi a loro volta erano costituiti da particelle che interagivano tra loro creando e distruggendo altre particelle. Sapevo anche che l’atmosfera della terra era continuamente bombardata da una pioggia di “raggi cosmici”, particelle di alta energia sottoposte a urti molteplici quando penetrano nell’atmosfera. Tutto qusto mi era noto dalle mie ricerche nella fisica delle alte energie, ma fino a quel momento ne avevo avuto esperienza solo attraverso grafici, diagrammi e teorie matematiche. Sedendo su quella spiaggia, le mie esperienze precedenti presero vita; “vidi” scendere dallo spazio esterno cascate di energia, nelle quali si creavano e si distruggevano particelle con ritmi pulsanti; “vidi” gli atomi degli elementi e quelli del mio corpo partecipare a questa danza cosmica di energia; percepii il suo ritmo e ne “sentii” la musica; e in quel momento seppi che questa era la danza di Siva, il Dio dei Danzatori adorato dagli Indù.” Fritjof Capra, “Il tao della fisica”
Le origini del CS sono databili al 1901, quando l’osteopata americano William Sutherland percepì che le ossa del cranio non sono saldate come la scienza ufficiale aveva postulato, ma si muovono.
Sutherland dedicò tutta la sua vita allo studio e alla pratica dell’ascolto di questo movimento e delle sue implicazioni nella salute, arrivando a percepire diversi livelli di movimento. Negli ultimi anni della sua vita arrivò alla conclusione che la forza che guida questi movimenti ha una sua intelligenza e sa di cosa il sistema ha bisogno, per cui non è l’operatore che deve intervenire, ma è questa forza che da sola è capace di guidare il processo di auto-equilibrio del sistema corpo-mente-spirito. Sutherland definì questa forza il Respiro della Vita, un’emanazione dell’Intelligenza (con la I maiuscola) della Vita. Tramite la sua esperta percezione si rese conto che questa forza, o Potenza, permea tutte le cellule del corpo, quindi tutti i tessuti, tutti gli organi, mantenendo l’ordine necessario al funzionamento dell’intero sistema.
Sutherland sviluppò un approccio di lavoro molto umile e rispettoso, che potremmo anche definire spirituale.
Molti scienziati oggi stanno arrivando a conclusioni in sintonia con le sue scoperte percettive.
La sua fiducia nell’esperienza percettiva, nell’ascolto con le mani, ci sono di sostegno oggi che ancora siamo molto lontani dal poter spiegare tutto quello che percepiamo e accade durante, e anche dopo, una seduta CS. E soprattutto siamo molto lontani da ciò che ancora verrà scoperto in futuro e che renderà i nostri dubbi di adesso, forse, quasi ridicoli.
Restiamo quindi sospesi in uno spazio di continua scoperta, al di là delle certezze che sono storicamente temporanee, umili di fronte al mistero.
Negli ultimi anni della sua vita, Sutherland era entrato in contatto con un livello di lavoro più profondo, affinando la percezione di ritmi più lenti oltre a quello più puramente fisiologico rappresentato dal ritmo CS o impulso ritmico craniale.
LE 3 MAREE:
Parliamo di 3 maree o di 3 movimenti principali percepibili durante il lavoro CS. Questi movimenti vengono indicati rispettivamente dal più lento al più veloce come Marea Lunga ML, Marea Media MM e Ritmo CS o Impulso Ritmico Craniale RCS.
Ognuno avviene contemporaneamente a livelli diversi. In alcuni momenti uno è più accessibile, e in questo senso, essendo quello che il sistema mostra a chi lo ascolta, è il prioritario per il lavoro del momento. Non c’è nessun merito personale nel percepire la ML piuttosto che il RCS o viceversa, è semplicemente ciò che accade nel momento. Niente è meglio di ciò che è e di ciò che serve nel momento. Abbiamo solo bisogno di imparare a riconoscere in modo via via sempre più accurato ciò che è per poter essere presenti e facilitarne l’espressione, seguendo le priorità.
“In un senso veramente reale, nessuno è solo, nessun uomo è un’isola. Non siamo atomi isolati, ognuno che si scontra e compete con gli altri in una lotta Darwinina per la sopravvivenza e per la fitness. Invece ognuno di noi è supportato e costituito, alla fine, da tutto ciò che c’è nell’universo. Siamo a casa nell’universo. In questo universo interconnesso non possiamo fare violenza ai nostri simili esseri umani o ai nostri compagni abitanti della Terra senza fare violenza a noi stessi. E il modo più efficace per fare del bene a noi stessi è farlo agli altri.
Più di tutto, non siamo impotenti osservatori fuori dalla Natura, soggetti alle tribolazioni della fortuna. Siamo invece i partecipanti nella creazione che costantemente si dischiude. Costantemente co-creiamo e ri-creiamo noi stessi e gli altri organismi nell’universo, dando forma al nostro futuro comune, facendo avverare i nostri sogni, e realizzando le potenzialità e i nostri ideali.” Mae-Wan Ho, “L’universo interconnesso”
A cura dell’Ass. Culturale MU
Bibliografia:
Capra Fritjof, “Il tao della fisica”, Adelphi
McTaggart Lynne, “Il campo del punto zero. Alla scoperta della forza segreta dell’universo”, Macro Edizioni
Sheldrake Rupert, “La mente estesa. Il senso di sentirsi osservato e altri poteri inspiegati della mente umana”, Urra edizioni
Sills Franklin, “Craniosacral Biodynamics”, 2 voll, North Atlantic Books
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