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La trasparenza del corpo dei fluidi

La trasparenza del corpo dei fluidi

di Kavi Gemin

ICSB, International Institute for Craniosacral Balancing®

Per poter comprendere la realtà del corpo dei fluidi è necessario un cambiamento del punto di osservazione.

Il termine cerca di definire l’unità fluidica che si manifesta quando il sistema ritorna al suo stato naturale. Il corpo dei fluidi esprime l’unità funzionale del sistema, indipendente dalle strutture e dal tipo di tessuti di cui esso è composto.

Il soma, ovvero il corpo fisico materiale dei tessuti, non è un contenitore per il corpo dei fluidi, sebbene si trovino in esso una varietà di fluidi diversi, secondo la loro composizione e le loro proprietà. Allo stesso modo il corpo dei fluidi non è la somma delle varie sostanze liquide che circolano nell’organismo.

Ci riferiamo quindi a un’entità omogenea che compenetra il soma e che si espande oltre al limite dei tessuti.

Il corpo dei fluidi è la parte di noi che maggiormente esprime i fenomeni naturali; è l’animale selvaggio nell’uomo che risponde alle forze naturali istintivamente e come un’entità unitaria, costantemente in cerca dell’omogeneità e dello stato neutrale.

Attraversato e compenetrato dalle forze della marea generate dal respiro vitale, il corpo dei fluidi è un organismo vivente e istintivo che possiede un’intelligenza intrinseca e la capacità di prendere decisioni e attuarle. Questo è visibile nello sviluppo dell’embrione, in cui le forze espresse dai fluidi generano la forma.

Il nostro essere fluido

Nel concetto biodinamico, lo studio dell’embriologia è fondamentale per comprendere e riconoscere le forze formatrici attive nel corpo umano.

L’embrione è visto come l’archetipo che riflette le qualità del corpo dei fluidi, la cui esperienza primordiale è quella della singola goccia nell’oceano.

Il moto e le funzioni dei fluidi, interni ed esterni all’embrione in via di sviluppo, ne determinano la forma e precedono il consolidarsi della struttura.

Le forze che determinano la formazione, lo sviluppo e la crescita dell’embrione, continuano ad essere presenti dopo la nascita. Per tutta la durata della vita, esse agiscono come elemento organizzatore, mantenitore e ristoratore dell’organizzazione del corpo, orchestrano le funzioni dell’organismo e sottendono gli scambi metabolici.

Conoscere la goccia che conosce la marea

La respirazione primaria, l’elemento vivente che infonde organizzazione e vitalità al sistema, agisce sul corpo dei fluidi rinvigorendolo in ogni sua parte.

Il dott. William Garner Sutherland faceva riferimento a questa entità fluida quando parlava delle fluttuazioni dei fluidi. Non si riferiva al movimento del liquor, ma alle diverse espressioni ondose che si manifestano nell’intera massa fluidica del corpo.

L’operatore, orientandosi al corpo dei fluidi, utilizza un tocco che non si rivolge alle strutture individuali, bensì all’oceano di fluidi che compenetra e circonda il corpo, un oceano fluido che costituisce, nel campo, una costante coerente.

A questo livello ogni parte è completa in sé e riflette le dinamiche dell’intero. Il dott. Sutherland a questo proposito disse: “Ogni goccia conosce la marea”, facendoci intuire che ogni individuo è immerso nelle forze della respirazione primaria, e che ogni parte è un’espressione dell’intero.

Un corpo dei fluidi sano è capace di ricevere e rispondere all’azione delle forze vitali, e questa sua capacità è essenziale per il mantenimento delle funzioni di base dell’organismo.

Uno dei benefici dell’approccio biodinamico è la capacità di sincronizzarsi con le funzioni del corpo dei fluidi, supportando in tal modo i processi metabolici.

La neutralità è lo stato di assestamento che permette al corpo dei fluidi di manifestarsi nella sua unità, uno spazio in cui le irregolarità e le fluttuazioni anomale hanno la possibilità di attenuarsi. È nella natura del corpo dei fluidi di orientarsi verso la neutralità e ricercare uno stato di riposo in cui lasciarsi respirare dalle forze e dai ritmi della vita, in modo spontaneo e naturale.

La facoltà di percezione

Per poter riconoscere e cooperare con le fluttuazioni del corpo dei fluidi, l’operatore deve sviluppare una percezione afferente e ridurre la propria attività efferente.

Questo richiede all’operatore di ridurre gli impulsi nervosi verso la periferia e di sviluppare la capacità percettiva per ricevere le informazioni che gli vengono incontro.

L’attenzione dell’operatore deve sincronizzarsi con la volontà della respirazione primaria e questo è raggiunto attraverso un assestamento del corpo e della mente.

Con la conquista di uno stato di coscienza assestato, si ha la possibilità di riconoscere i ritmi più lenti della respirazione primaria.

Grazie allo sviluppo delle proprie capacità percettive, l’operatore comincerà a distinguere la presenza dello stato di neutralità, resa evidente dall’omogeneità di tessuti, fluidi e potenze.

Accedere alle forze naturali

Quando il corpo dei fluidi si assesta nella neutralità, ritrova la propria capacità di rispondere alle intenzioni della respirazione primaria e di accedere alle informazioni dettate dalla matrice originaria.

Nella neutralità si apre uno spazio che permette di ricollegarsi con le inerenti forze della salute.

Nella percezione biodinamica, lo stato di neutralità è sperimentato come un portale verso uno stato di rigenerazione. L’esperienza di ritorno allo stato unitario, cambia la relazione che il paziente ha con la propria malattia o il proprio problema, favorendo una maggior gamma di possibilità e scelte.

In altri termini, nello stato di neutralità i condizionamenti cedono il passo alle intenzioni della respirazione primaria, che infonde l’informazione della salute al corpo e alla psiche dell’individuo.

La neutralità è la capacità di raggiungere uno stato di equilibrio e farlo maturare, permettendo alla respirazione primaria e alle forze di amore incondizionato di nutrire ogni particella del corpo.

Assestandosi nella neutralità, il corpo dei fluidi acquista maggior trasparenza e le forze di salute possono essere riconosciute con maggior chiarezza.

Quando il corpo dei fluidi diventa trasparente diventa il veicolo attraverso il quale il fuoco del respiro vitale può infondersi nel soma. Il nostro corpo dei fluidi diventa il portatore delle forze formatrici ed è in grado di trasmettere l’informazione della scintilla vitale ad ogni cellula del corpo.

Come risultato, i tessuti cominciano a rispondere ed espandersi, e l’organismo, con rinnovata vitalità, spontaneamente esprimerà al meglio le proprie funzioni fisiologiche.

Il compito dell’operatore in biodinamica craniosacrale è quello di favorire il ritorno del corpo dei fluidi allo stato di neutralità e al suo stato naturale, mettendo da parte le proprie opinioni e le proprie decisioni. Da quello stato, il sistema può sincronizzarsi nuovamente con la respirazione primaria e con la matrice originaria.

Cedere il passo alla volontà delle forze naturali e assecondarne l’azione è il gesto d’amore più profondo e intelligente che l’operatore possa fare per ricordare al soma la propria origine fluidica e aiutarlo così a ricollegarsi con le proprie forze naturali, generatrici di equilibrio ed energia vitale.