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Il rilascio somato emozionale nella disciplina craniosacrale

a cura di Chiara Zanchetta – Ass. Culturale MU

La disciplina Cranio-Sacrale (CS) è un approccio di lavoro sul corpo che rientra nelle discipline del benessere e bio-naturali. Si avvale di specifici approcci manuali che prevedono un contatto dolce e leggero applicato in varie zone del corpo, direttamente o indirettamente collegate al sistema CS o Sistema Respiratorio Primario (SRP), che stimolano l’attivazione delle risorse innate e delle intrinseche capacità di reiquilibrio, riorganizzazione e integrazione delle funzioni vitali del sistema, inteso nella sua globalità di corpo-mente.

Il SRP è un sistema fisiologico ed energetico che si sviluppa a partire dalle prime fasi dello sviluppo embrionale, e che si esprime in vari livelli di cicli di espansione e contrazione, come una respirazione profonda, percepibile grazie a un sofisticato ascolto del corpo.

Questa disciplina ha le sue origini all’inizio del 900 con il lavoro pioneristico del Dr. W.G. Sutherland, osteopata, ripreso negli anni 70 dal Dr. J. Upledger, che ne ha permesso la sua divulgazione. Questo lavoro si è evoluto negli anni da un approccio più fisico e meccanico a un approccio più profondo ed energetico, di tipo bio-dinamico. Esistono varie scuole che integrano in modo diverso i vali livelli di lavoro CS.

Alla base della disciplina CS c’è la pratica della meditazione. Nel trattamento stesso l’operatore si pone in uno spazio di meditazione e sostiene tale spazio nell’esperienza del cliente. Con il termine meditazione si intende l’orientamento ad essere presenti a ciò che accade nel momento presente nel sistema corpo-mente, con un atteggiamento privo di giudizio.

Nel percorso di formazione come operatore CS, dopo una formazione di base, si approfondisce la pratica con un lavoro che prende il nome di Rilassamento Somato Emozionale (RSE). Il metodo RSE consiste nel combinare uno specifico approccio comunicativo a quello manuale per permettere al cliente una maggiore esplorazione del vissuto durante il trattamento, con un conseguente aumento della consapevolezza e facilità nel rilasciare contenuti emotivi che vengono stimolati dal lavoro sul corpo.

Il lavoro sul corpo si fonda sul presupposto che esiste un intimo rapporto tra lo stato fisico e la reazione emotiva. Conoscere il corpo ci aiuta a conoscere le nostre emozioni.

La modalità di ascolto profondo del sistema attuata dall’operatore facilita l’emergere di emozioni, ricordi e sensazioni: a volte emergono ricordi che erano stati cancellati dalla parte cosciente del ricevente, altre volte, per es. lavorando nell’area di una cicatrice, riaffiorano il dolore e/o la paura legate all’evento che ha prodotto la ferita.

Con il RSE si introducono approcci di dialogo che possono essere utili in queste circostanze. Il RSE non è inteso come un lavoro di tipo psicologico ma come un supporto che l’operatore da al cliente nell’esplorare cosa sta accadendo nel momento presente, aiutandolo ad entrare nel vissuto emotivo con uno stato di presenza e non di identificazione. Non c’è nessun interesse nel cercare di cambiare qualcosa, ma l’obiettivo è quello di sostenere l’esplorazione. E’ parte della professionalità dell’operatore saper riconoscere la necessità di inviare il cliente a un professionista competente, qualora emerga la necessità, sia a livello psicologico che medico.

Il processo RSE riguarda la possibilità per il cliente di entrare in contatto con i vari aspetti dell’esperienza mentre riceve il lavoro CS. La consapevolezza degli stimoli sensoriali è ciò che più facilmente ci mette in contatto con il qui e adesso. La consapevolezza del corpo riguarda un’esperienza soggettiva di sensazioni che possono originare all’esterno o all’interno del corpo e che sono percepite attraverso i sensi. Aiutare l’altro a entrare in contatto con l’esperienza sensoriale del momento è uno strumento che abbiamo a disposizione nel lavoro sul corpo. Semplicemente portando attenzione a cosa succede nel corpo nel presente è possibile allentare la presa di uno stato d’animo disturbato. Usiamo la consapevolezza del corpo come un’ancora per tornare al presente, al qui e adesso.

Contemporaneamente il lavoro CS sul corpo facilita il rilassamento. Grazie al rilassamento fisico anche la psiche si rilassa.

Altre volte è proprio dal rilassamento che qualcosa di nuovo emerge. Il rilassamento consente una migliore conoscenza dello schema corporeo, permettendo la presa di contatto con zone normalmente sconosciute alla nostra attenzione quotidiana.

Molto spesso ciò che ci troviamo ad esplorare in una seduta è un vissuto corporeo che “non ha nome”. Per alcuni è molto facile descrivere cosa avviene nel corpo, per altri all’opposto è un’esperienza da marziani. Eugene Gendlin, filosofo e psicoterapeuta americano, ha coniato il termine “felt sense”, tradotto in italiano come “sensazione sentita”, per indicare quelle esperienze corporee interne che sono indefinite, che diventano rilevanti in frangenti particolari e che influenzano profondamente la nostra vita. Queste esperienze corporee vengono definite da Gendlin come “consapevolezza corporea”: siamo consapevoli di un qualcosa che non è chiaro, che non ha forma né nome, eppure sappiamo (lo sappiamo con il corpo!) che questa sensazione è significativa. Infatti spesso crea disagio.

La sensazione sentita diventa ciò che esploriamo e al tempo stesso anche il modo con cui la persona può verificare il cambiamento. Spesso non è nemmeno importante una comprensione intellettuale del contenuto ad essa legata, quanto invece è importante esplorare la sensazione corporea, accoglierla, fargli spazio, descriverla. E’ quando il corpo comprende che il vero cambiamento avviene.

Il RSE non ha modalità standard predefinite. Il dialogo è uno strumento che abbiamo a disposizione, ma non necessariamente un elemento essenziale. A volte l’intervento verbale è assente, il tutto avviene a livello di comunicazione non verbale, altre volte è minimo e altre ancora invece riccamente articolato. L’accento fondamentale resta quello di sintonizzarci su ciò che la situazione richiede nel momento presente.

Dal punto di vista dell’uso del linguaggio, una parte della formazione RSE si base sui presupposti della Programmazione Neuro Linguistica di tipo umanistico, in un formato adattato alle esisgenze specifiche del lavoro.

Un altro aspetto a cui viene data molta importanza in tutto il lavoro CS e di conseguenza anche nel RSE è l’atteggiamento di lavoro, che si radica in uno spazio neutro all’interno dell’operatore. E’ uno stato di equilibrio tra l’andare e il venire dell’attenzione e dell’intenzione. Questo spazio non è quello di un osservatore dissociato o scollegato, ma piuttosto di chi è totalmente coinvolto nell’ascolto tanto da poter instaurare un rapporto diretto e rispettoso con il sistema del cliente, uno spazio da poter far fluire la compassione come conseguenza naturale di un contatto profondo e appropriato.

“Nulla esiste se non in un istante, nella forma e nel colore del momento presente.

Ogni cosa fluisce in un’altra, e non può essere afferrata.

Anche sotto un pesante manto di neve possiamo scorgere i bucaneve e qualche altra pianticella che comincia a crescere.” Suzuki Roshi

Articolo apparso su “Re Nudo 05 – Psicologia Olistica”, 2009, Edizioni Re Nudo – Edizioni Cerchio della Luna.