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COSTELLAZIONI FAMILIARI & LIBRI

«Ciò che accade, accade per Amore
e ciò che grazie all’Amore viene mantenuto
può essere sciolto e annullato solo nell’Amore.
C’è un futuro solo per chi è in sintonia con il passato.»

Bert Hellinger

 

E’ da poco uscito in libreria:

IL GRANDE MANUALE DELLE COSTELLAZIONI FAMILIARI – Come praticare la terapia sistemica di Bert Hellinger” di Bertold Ulsamer

edito da Edizioni L’Età dell’Acquario corso Re Umberto 37 – 10128 Torino – TO T. 011 517 53 24 www.etadellacquario.it

BERTOLD ULSAMER, laureato in psicologia, è psicoterapeuta e specialista in Programmazione Neuro-Linguistica. Dal 1985 si occupa di costellazioni familiari, studiate con Bert Hellinger.

Dalla copertina:

Il disagio familiare è un tema di scottante attualità, una malattia sociale che tende ad allargarsi a macchia d’olio.

Il metodo terapeutico delle costellazioni familiari – ideato in Germania da Bert Hellinger e teorizzato in una serie di pubblicazioni a partire dagli anni ’90 – si propone di combatterlo alla radice, individuandone le cause profonde e apparentemente indecifrabili.

Hellinger, lavorando sulle dinamiche familiari, si è accorto che in alcuni casi i figli si portano dietro tematiche emotive non risolte di antenati e di altri componenti della famiglia. E soltanto attraverso un lavoro di «riconoscimento» di questi legami («irretimenti») possono ritrovare equilibrio e armonia.

Seguendo il percorso tracciato da Hellinger, Bertold Ulsamer insegna al lettore in maniera limpida e diretta le regole che dovrà seguire l’aspirante «conduttore» (cioè colui che guiderà il gruppo terapeutico).

«Dove si conseguono la guarigione e il successo sono all’opera energie che vanno al di là dell’individuo» sostiene Ulsamer, «la realtà rende liberi e forti se viene vista e riconosciuta». Forse ognuno di noi può trovare in queste pagine lo stimolo per conseguire una maggiore consapevolezza della realtà in cui vive e anche uno strumento prezioso per indagare nel proprio mondo interiore e portare alla luce conflitti che, annidati nelle pieghe più nascoste dell’anima, intossicano la nostra esistenza quotidiana rendendo più problematici i rapporti con gli altri.

Non a caso questa terapia si è già spinta oltre i confini dell’ambito familiare, investendo per esempio la scuola e l’ambiente di lavoro, o addentrandosi addirittura nel torbido legame che si è creato fra carnefici e vittime di atroci tragedie collettive come l’Olocausto o come la vicenda dei desaparecidos cileni e argentini.

Dall’introduzione del libro:

Lo sviluppo delle costellazioni familiari

Quella delle costellazioni familiari è una disciplina giovane. In realtà alcuni dei concetti su cui si basa rientrano anche nel campo di altri orientamenti terapeutici, anche se lo studio delle costellazioni familiari «secondo il metodo Hellinger» si distingue nettamente per alcuni elementi sostanziali. A partire dalla fine degli anni ’70 e fino alla metà degli anni ’90, Hellinger ha sviluppato gradualmente nei paesi di lingua tedesca la sua tecnica particolare che gli ha permesso di scoprire leggi che si ripetono nelle famiglie nell’arco di generazioni.
Alcuni di coloro i quali hanno partecipato ai primi gruppi tenuti da Hellinger hanno seguito costantemente il suo lavoro, i suoi sviluppi e le sue scoperte. Essi hanno imparato e hanno fatto esperienza delle costellazioni familiari rimanendo in rapporto e in contatto diretto con lui, e già all’inizio degli anni ’80 alcuni di loro hanno iniziato a elaborare autonomamente le costellazioni familiari nella forma originale di allora.

(…) Fin dall’inizio Hellinger ha messo le sue conoscenze a disposizione di tutti gli interessati, senza mai cercare di tenere riservate le sue informazioni o di proteggerle con un brevetto.

Le costellazioni familiari: mestiere o vocazione?

Chi si imbatte per la prima volta nelle costellazioni di Bert Hellinger rimane sorpreso. Il suo modo di procedere non sembra poi così comprensibile e lineare. Da dove gli viene tutta quella sicurezza? Come si arriva a quegli effetti e a quei cambiamenti così evidenti nei soggetti interessati? Si tratta sempre di una terapia? Di una magia? O magari sono tutte ciarlatanerie, come sostiene qualcuno?

Qualche anno fa durante un seminario, in un momento di pausa mi trovavo casualmente accanto a Hellinger quando una delle partecipanti, entusiasta, si precipitò verso di lui: «Sono così affascinata dal suo metodo», esclamò, «dove lo posso studiare?» «Non lo si può studiare» fu la lapidaria risposta.

E dunque, chi vuole occuparsi delle costellazioni familiari deve fare affidamento solamente sul proprio intuito e sul proprio coraggio? Oppure ci sono delle basi che gli conviene acquisire?
Sicuramente, chi si occupa di costellazioni familiari deve avere il coraggio di prestare sempre ascolto alla propria voce interiore, che lo condurrà per lande sconosciute, verso mete sorprendenti senza un sentiero segnato. Ma d’altro canto occorrono anche solide basi di conoscenze. Chi voglia lavorare sulle costellazioni familiari non può pensare di fare affidamento soltanto su intuizioni dettate esclusivamente dall’esperienza o su ispirazioni improvvise. Le costellazioni si basano fondamentalmente su regole ben precise.
Forse in prima battuta all’osservatore esterno potrebbe non sembrare che sia così. Per lui spesso la cosa non è tanto semplice. Rimane spiazzato, colpito e confuso al tempo stesso dagli interventi del conduttore. Viene assalito dalle domande: perché ha cambiato i posti proprio adesso? Perché introduce una persona nuova proprio in questo momento? Perché fa domande ai genitori e non ai figli?

Anche un conduttore inesperto sulle prime rischia di rimanere quasi sopraffatto dall’ampio ventaglio di possibilità. A volte si sente in un vicolo chiuso e non sa come procedere. E sorpreso, scopre a quel punto che ci sono invece nuove strade che lo porteranno a buon fine. Con una certa esperienza, tuttavia, queste strade diventano molto più prevedibili per il conduttore, che impara a riconoscere priorità e modelli ricorrenti.

Come si imparano oggi le costellazioni familiari? Le strutture del procedimento sono più facilmente comprensibili nei primi lavori di Hellinger che non in quelli apparsi negli ultimi anni. Oggi sono molto cambiate. Adesso nello sviluppo di una costellazione Hellinger fa sempre più affidamento sulle energie presenti e interviene assai più raramente. Ma quasi parallelamente a questo suo nuovo modo di procedere, alcuni suoi allievi hanno iniziato a offrire tutta una serie di approfondimenti sulle costellazioni familiari.

Nel 2000, in occasione di un’intervista, Harald Hohnen e io chiedemmo nuovamente a Bert Hellinger: «È possibile studiare le costellazioni familiari?» Ecco quale fu la sua risposta:

“È possibile imparare alcune cose. Anche se si ha una certa predisposizione, tuttavia, non significa che si possa mettere in scena una rappresentazione. Occorrono conoscenze di base, occorre osservare e poi si possono imparare determinate cose. In questo modo, ovviamente, il processo si semplifica. Non è necessario ripartire nuovamente dalle radici, perché altri hanno già segnato la strada. Allora si può tranquillamente seguire questa strada, e se lo si fa con mente aperta, poi si può anche procedere autonomamente.”

Esiste un metodo «giusto» per tracciare una costellazione familiare?

Quello delle costellazioni familiari è un procedimento estremamente soggettivo, contrassegnato dalle esperienze di vita, dalle conoscenze personali e dalla formazione del terapeuta. Oggi in Germania e altrove in tutto il mondo operano numerosi ottimi conduttori di costellazioni familiari che hanno modi di procedere enormemente diversi fra loro. Esistono innumerevoli approcci personali, in quanto ogni conduttore sviluppa il proprio stile individuale, imprime la propria impronta, spesso utilizza le proprie «frasi preferite», a volte introduce approfondimenti nuovi e pertanto validi.

(…)

Nelle rappresentazioni familiari ci sono procedimenti adeguati alla situazione e altri inadatti: il terapeuta deve muoversi fra questi due estremi. E qui, anche se non sempre, non si può dire che qualcosa sia «giusto» o «sbagliato»: è più opportuno semmai usare i termini «favorevole-sfavorevole». Spesso, infatti, non esistono risposte chiare e definitive. Conviene piuttosto soppesare i pro e i contro dei vari procedimenti e interventi.

Un conduttore può dire di conoscere veramente il mestiere quando è capace di adattarsi con flessibilità alle situazioni più diverse, mescolando abilmente l’intuito con l’applicazione di un metodo sistematico. L’intuito del terapeuta infatti cresce man mano che questi approfondisce le proprie conoscenze e si impadronisce del metodo. Con il presente volume, pertanto, non pretendo assolutamente di voler insegnare «il» metodo giusto per mettere in scena le costellazioni familiari: sicuramente altri terapeuti lavorano in modo diverso rispetto a me e tuttavia altrettanto efficace. Spero però che queste mie argomentazioni siano di aiuto per sviluppare un confronto fruttuoso sulle costellazioni.

Lo scopo di questo libro

Questo libro è scritto per coloro i quali vogliono confrontarsi in modo più intenso con l’attività pratica delle costellazioni familiari. Ora, qualcuno si chiederà: ma tutto il procedimento non è già ampiamente illustrato nei numerosi libri e video di Hellinger? Certamente, ma le indicazioni relative al mestiere sono assai sparse. Questo volume intende rispondere in maniera più organica a molte domande pratiche. Descrivo diversi aspetti con parole mie, e per farlo mi baso sulle mie esperienze personali ricavate dalla pratica.
Quando in queste pagine parlo di mestiere, lo faccio nell’antico significato del termine. Chi vuole diventare pittore deve conoscere i colori, le tecniche di pittura, avere nozioni di prospettiva e così via. Questo è il mestiere come presupposto per l’arte. Quanto più le sue conoscenze saranno approfondite, tanto più l’artigiano otterrà risultati validi nello studio di una nuova forma di espressione o di un nuovo tema.

L’arte e la profondità non possono essere imparate, il mestiere invece sì. E fra i pochi artisti geniali capaci di raggiungere autonomamente nuove vette, non si deve dimenticare il gran numero di «artigiani», quelli che conoscono il mestiere in maniera talmente perfetta da poter dare profondità ed espressione al proprio lavoro pur senza apportare sviluppi personali e rivoluzionari.
Spesso tengo seminari di formazione sulle costellazioni della durata di diverse settimane, e ormai posso dire di avere identificato un nucleo che presento ai partecipanti come l’ABC del mestiere. Dalle loro reazioni so che questo nucleo rappresenta una base solida per il lavoro sulle costellazioni familiari.

È questo know-how che illustro di seguito. Al tempo stesso, nei punti più importanti rimando alle parole di Hellinger, e per farlo ricorro anche a materiale ancora inedito che mi ha gentilmente messo a disposizione. Le sue citazioni sono evidenziate dalle virgolette o dal fuori corpo.

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Bertold Ulsamer è anche l’autore di uno dei primi libri usciti in Italia sulle CF, “Senza radici non si vola” ed. Crisalide, che presenta un quadro completo del lavoro delle CF. Questo ultimo che vi abbiamo segnalato è forse più indirizzato ai “costellatori” (coloro che guidano le CF), ma offre molti spunti interessanti per chiunque abbia già una certa familiarità con l’approccio delle CF e abbia voglia di approfondire e capire meglio come funziona.

Bertold scrive in modo molto semplice e scorrevole, il libro si lascia leggere velocemente, ma non lasciatevi trarre in inganno dalla semplicità con la quale certi concetti vengono presentati: come spesso accade, le cose più semplici sono in realtà le più profonde e non necessariamente le più facili da comprendere ed apprendere. Fondamentale in questo campo è l’esperienza diretta, per questo consigliamo il libro a chi abbia un minimo di familiarità con il lavoro, mentre il primo (Senza radici…) lo consigliamo normalmente anche a chi non abbia fatto ancora l’esperienza.

Consigliamo invece a chi abbia voglia di esplorare il pensiero di Hellinger direttamente da lui, il recente “Il lungo cammino”, ed. Tecniche Nuove, un’intervista di Gabriele ten Hövel a Bert Hellinger, che segue di 10 anni la prima intervista “Riconoscere ciò che è”, ed Urra.

E consigliamo anche “Il grande conflitto – la psicologia della distruttività e le strade per la riconciliazione”, ed Urra, dove sono riportati seminari in cui Hellinger ha trattato in specifico temi legati ai conflitti fra culture, etnie, religioni diverse. Può essere interessante per guardare con cuore aperto ai conflitti che quotidianamente riempono la scena internazionale, e alle loro ripercussioni sulle nostre vite personali.

Credo che non ci sia un libro di Hellinger che non valga la pena leggere. Indipendentemente dal fatto che si possa o meno condividere tutto quello che dice, ha il dono di toccare sempre in profondità e di sollevare domande importanti. Proprio perchè tocca in profondità, anche quando dice qualcosa che immediatamente stimola un senso di ribellione, innesca un processo di esplorazione, a cui personalmente sono infinitamente grata.

La maggior parte dei suoi libri sono trascrizioni di seminari e di conferenze, per cui è importante tener presente che quello che dice è solitamente riferito a un contesto specifico. Come più volte lui stesso sottolinea, ogni volta dobbiamo verificare se ciò che è risultato vero molte volte possa applicarsi anche al nuovo contesto. Facciamo così attenzione a non interpretare le sue parole in modo troppo rigido… la vita è dinamica.

Quello delle CF è un approccio fenomenologico, in cui i fenomeni vengono esplorati nell’esperienza del momento presente. In questo senso, ciò che viene esplorato in una Costellazione è la verità del momento.

Ciò che accade non può essere semplicemente “capito” in termini tradizionali di dinamiche psicologiche, ma può essere “compreso” grazie all’esperienza diretta e agli effetti che tale esperienza hanno sul momento e avranno nella vita delle persone.

Non possiamo quindi cercare tale comprensione dai libri, ma ne possiamo venire toccati e inspirati per poi andare ad esplorare direttamente o viceversa, dopo aver fatto l’esperienza, ci possono sostenere per approfondirla.

Non sono quindi libri da leggere dall’inzio alla fine come si leggerebbe un normale saggio, ma richiedono spesso di essere richiusi per raccogliersi in ascolto di cosa ci hanno mosso dentro. Sono libri che vanno “vissuti”, e i loro messaggi accolti in uno spazio di meditazione.

Buona esperienza e buona lettura!

 

Ogni canto di gratitudine separa e unisce:

separa,mantenendo la vicinanza

e unisce, mantenendo la distanza,

ricongiunge il passato al presente,

guarisce le ferite e apre al compito,

fa rinascere la relazione e l’appartenenza.”

G. Salonia

A cura di Chiara Komala Zanchetta – Ass. Culturale Mu